eymerich vs palahniuk

aha mi ero perso pure questo!! grande evangelisti!! mi son letto tutto palahniuk in una settimana, eymerich è stata la mia tesina!

L’inquisitore generale Nicolas Eymerich guardò con disprezzo la donna legata sul sedile triangolare destinato agli imputati. Scarmigliata, aveva sulla testa riccioli neri parzialmente tinti di rosso. Dal collo le pendevano sul petto, quasi scoperto, collanine, ciondoli e altro ciarpame. Sotto una scapola le si scorgeva il tatuaggio di tre stelline nere. Il dettaglio più disgustoso erano però i piedi, coperti di un lerciume antico e infilati in un paio di zoccoli.
Eymerich si rivolse al notaio, seduto accanto a padre Corona sotto il pesante crocifisso che costituiva l’unico arredo della sala. — Signor Berjavel, leggetemi l’atto d’accusa.
L’ometto raccolse un foglio e incominciò: — L’anno 1367, avanti a noi, frate Nicolas Eymerich, inquisitore dell’errore eretico nel regno di Aragona, è comparsa la sedicente Mona Sabbat, nota anche come “Gelso”, nata in terra ignota da genitori ignoti, la quale…
— Saltate le premesse. Venite al dunque — ordinò Eymerich, innervosito.
— Come volete, magister. — Berjavel prese un secondo foglio e continuò: — …le attività e l’esistenza stessa di detta Mona Sabbat sono dovute alla scoperta di un grimorio di forma e rilegatura inconsuete. Sulla prima pagina è indicato il nome dell’autore, tale Chuck Pahlaniuk. Subito sotto, il presumibile titolo del libro di magia, Ninna nanna, sovrasta il disegno di un uccello morto.
— Saltate ancora.
Il notaio passò a un terzo foglio. — E’ scritto nel libro che detta Mona Sabbat, con la complicità di tale Ostrica, si sarebbe dedicata a operazioni di magia. Che nella propria abitazione avrebbe officiato ignuda, con adepti ignudi, riti appartenenti a un culto presumibilmente derivato dai Celti e chiamato Wicca. Che avrebbe ignobilmente tentato, fino al funesto successo finale, di impadronirsi del testo di una cantilena capace di uccidere a distanza, sia per perfezionare le proprie arti diaboliche, sia per impadronirsi del mondo…
Eymerich alzò una mano. — Basta così. — Si accostò alla prigioniera, fino a sovrastarla con la sua statura. — Confermi il racconto?
Mona Sabbat guardò l’inquisitore con occhi sbarrati e un po’ acquosi. Dava l’impressione di non avere un’idea esatta del luogo in cui si trovava. Quando poté parlare lo fece in una lingua bizzarra: una sorta di inglese dai vocaboli deformati. — Perché mi avete rapita? Dove accidenti mi trovo?
Eymerich valutò il ricorso a una lingua poco nota un espediente mediocre. L’imputata sottovalutava la cultura degli inquisitori. Lui comprendeva l’abominevole lingua degli inglesi, e i suoi compagni anche. — Nessuno ti ha rapita. Sei piovuta qui da chissà dove: io sospetto dall’inferno. Non aspettarti clemenza. Potrai averla solo se renderai piena e completa confessione, e mostrerai pentimento.
Mona Sabbat lo fissò con stupore. — Capisco solo la metà di quello che dici. Ma tu che cacchio sei? Un prete?
— Sei tu che devi dirmi chi sei, donna.
— Oh, bé. Io sono una strega. Conosco un sacco di trucchi.
Eymerich inarcò un sopracciglio e guardò in direzione di padre Corona. — Strega?
Il grosso confratello allargò un poco le braccia, dietro il lungo tavolo di legno. — Credo si tratti di ciò che noi definiremmo malefica. Una donna che segue culti pagani, e magari serve e invoca il demonio.
— Capisco. — Eymerich tornò a concentrarsi sulla prigioniera. — Dunque confessi. Hai commercio con il diavolo. Capirai che ciò è sufficiente perché tu sia arsa viva. L’unica tua speranza… Ma cosa stai mormorando?
Mona rizzò il capo. — Niente. Sto rimproverando me stessa. Non avrei dovuto pronunciare l’incantesimo del teletrasporto. Quando si hanno tutti i poteri, ci si lascia andare ad adoperarli.
— Non ho capito una parola. — Eymerich era perplesso.
— E credi che io capisca te, caro il mio prete? Devo pensare all’incantesimo contrario. Ma chi se lo ricorda, boia d’un Giuda?
Padre Corona assunse un’espressione benevola. — Ha imprecato contro Giuda. Non dev’essere cattiva del tutto.
— Tacete, voi! — La collera di Eymerich era così palese che Corona ne fu raggelato. — E non osate più intervenire in un mio interrogatorio!
— L’incantesimo del teletrasporto non lo ricordo — borbottava intanto Mona, a beneficio di se stessa. — Però se mi torna in mente la pagina 27 del Libro delle Ombre, magari faccio morire questa gente. Poi vedo come tornare nel mio tempo. In Star Trek riesce sempre.
La riflessioni della ragazza furono interrotte da un ceffone violentissimo, inferto con dita coperte d’acciaio. Eymerich aveva fatto un cenno a uno dei soldati che si tenevano nell’ombra, accanto al sedile triangolare. L’uomo aveva capito l’ordine.
Il sangue gocciolò dalla guancia di Mona. — Ehi, ma cosa vi prende, a tutti voi? — si lamentò.
Eymerich si chinò su di lei, con occhi gelidi che promettevano il peggio. — Parla, se vuoi evitare la tortura. Perché vuoi il potere di uccidere chi ti pare?
— Perché… — Adesso Mona era spaventatissima, e non riusciva a nasconderlo. Tremava tanto che le collanine che aveva al collo tintinnavano. — …Perché è un potere che i governi hanno già. Meglio che finisca in mano a me e Ostrica. Ammazzeremo tutti e resteremo soli, come Adamo ed Eva. Può darsi che una nuova umanità sia migliore.
— Disgraziata! Faresti una strage per migliorare il mondo?
— Uh, che domanda. Di solito chi vuole migliorare il mondo comincia sempre con una strage.
Berjavel, che si sforzava di verbalizzare le dichiarazioni, lasciò cadere la penna. — Magister, scusate se vengo meno all’umiltà del mio ruolo e mi intrometto. Quella femmina si sta burlando di noi. Forse sarebbe il caso di passare direttamente alla tortura.
Eymerich volse sul notaio occhi torvi, pronto a un rimbrotto violento. Poi ci ripensò. — Ma sì. Mastro Gombau può spegnere facilmente l’arroganza di questa sgualdrina. Quando sarà appesa al soffitto per i polsi, rinuncerà alla sua boria.
Una delle guardie uscì, diretta ai sotterranei. Un istante dopo, Mona lanciò un grido di gioia che nessuno si sarebbe aspettato. — Evviva! — gridò. — Anche Ostrica si è servito del teletrasporto! Mi ha mandato un messaggio!
Eymerich, ai limiti dell’esasperazione, sibilò: — Ma che dici, donna? Tu non capisci la gravità della tua situazione. Di quale messaggio vai cianciando?
— L’ho qui, fra le tette! Si è appena materializzato! Scommetto che è per te! Prendilo e leggi!
— Dove sarebbe? Non capisco.
— Ma è qui, sotto le collanine! — Mona, esultante, indicò il proprio seno. — Ti basta allungare due dita…
Eymerich comprese. Scandalizzato, girò le spalle alla prigioniera e guardò Berjavel. — Signor notaio, eseguite voi. Io non voglio e non posso guardare.
— Ma io…
— Insomma, recuperate quel messaggio e leggetelo! E’ un ordine!
Berjavel, riluttante, lasciò il proprio scranno e girò attorno a Eymerich. Questi udì le collanine tintinnare più forte, mentre Mona ridacchiava. Poi sentì il notaio commentare: — E’ una comunicazione stranissima. Sembra quasi una minaccia.
— Non importa. Leggete!
Berjavel eseguì, con una nota di incertezza nella voce per via del linguaggio astruso: — A tutte le vittime dell’Inquisizione: attenzione! Se avete riportato ferite da tortura o da interrogatorio, e intendete prendere parte a un’azione legale collettiva, contattate il seguente numero…
Eymerich si girò di scatto, sbalordito. — Ma cosa vuol dire?
— Bé, io ho letto per intero il libro firmato da Chuck Pahlaniuk— commentò il notaio. — Vuole dire che…
Non fece tempo a terminare. Mona Sabbat si mise a ridere e gridò: — Bravo, Ostrica! Vai col teletrasporto! Funziona alla grande, cacchio!
Simultaneamente, il corpo della prigioniera cominciò a farsi traslucido. Eymerich si gettò su di lei, furente: — Non lasciatela evaporare, in nome di Dio! Bruciatene almeno una parte!
Si ritrovò ad abbracciare uno sgabello vuoto, alcune catene e una montagna di collanine.

eymerich vs dan brown

di Valerio Evangelisti (da Musica / Repubblica del 25 novembre 2004)

Nicolas Eymerich, che in vita era stato inquisitore generale d’Aragona, non si era ancora adattato completamente al dono con cui Dio lo aveva premiato: trasportare il suo tribunale dell’Inquisizione fuori del tempo, e accordargli giurisdizione su ogni epoca della vicenda umana. In cuor suo riteneva che simile gratificazione gli spettasse. Ciò che lo innervosiva era che l’Onnipotente avesse collocato nella dimensione in cui ora viveva – l’ottavo cielo – anche la burocrazia del Santo Uffizio.
Si rivolse bruscamente al notaio Berjavel, chino su un cumulo di incartamenti. «Insomma, avete finito?»
«Sì, magister.»
«Chi è il prossimo imputato?»
«Tale Dan Brown, autore di un testo eretico intitolato Il codice Da Vinci. Godette di forte popolarità all’inizio del XXI secolo.»
Eymerich fece una smorfia, ma non di malumore. Da quando aveva la facoltà di spedire le anime degli umani defunti al paradiso o all’inferno, ne aveva approfittato largamente: il paradiso si era svuotato, mentre l’inferno si era riempito. Se poi il deceduto parlava la lingua rozza e sputacchiante degli angli e dei sassoni, la sua dannazione era assicurata. Eymerich li condannava tanto per non doverli ascoltare, e ciò gli procurava una gioia che teneva ben celata.
«Venga avanti quel Daniele il Bruno, o Daniele l’Oscuro.»
L’anima dell’interessato, a un cenno di Berjavel, veleggiò fino al sedile triangolare riservato agli imputati. Poiché era un’anima, non aveva tratti spiccati, salvo un maglione a collo alto.
Eymerich prese il fascicolo che il notaio gli porgeva. Ne scorse con calma le prime pagine, poi fissò severamente Dan Brown.
«Qui si dice che non solo, in questo romanzo, avete sostenuto posizioni contrarie a quelle della Chiesa Cattolica Romana, ma che avete ricalcato pari pari testi eretici precedenti.»
«Potete parlare più lentamente?» chiese l’imputato. «Capisco poco il latino.»
Eymerich decise di mostrarsi condiscendente. «E’ già un’ammissione di colpa, ma non vi insisto. Chi vi ha denunciato afferma che il vostro romanzo è ricalcato su un incunabolo di tali Baigent, Leigh e Lincoln, intitolato Il santo Graal
L’anima allargò le braccia; solo che, essendo un’anima, non le aveva, e ciò la imbarazzò. «Ebbene? Sono io stesso a rivelarlo! Quello è un saggio, non un romanzo. E’ chiaro che, come romanziere, ho bisogno di fonti attendibili.»
Eymerich sogghignò. «Attendibili?» Guardò Berjavel. «Signor notaio, quanto libri hanno scritto questi Baigent e soci?»
Berjavel si chinò sulle carte. «Oh, una quantità! Ce n’è persino uno intitolato L’Inquisizione. L’ultimo capitolo si intitola L’Inquisizione e gli UFO
Benché non fosse sua abitudine, Eymerich manifestò stupore. «E cosa sarebbe, un UFO?»
«Un oggetto volante sconosciuto, che emana luce e attraversa i cieli.»
«Capisco. Un demone.» L’inquisitore fissò l’imputato e sogghignò. «Vedo poche speranze per voi, Daniele l’Oscuro. In più mi si dice che sostenete che la Chiesa avrebbe, per secoli, nascosto l’ipotetico matrimonio tra Gesù Cristo e Maria Maddalena, rimasta persino incinta.»
Sulla superficie compassata dell’anima di Dan Brown apparve per la prima volta una traccia di aggressività. «Le mie fonti sono sicure. Si tratta del Vangelo apocrifo di Filippo. Ciò che dice di Maria Maddalena è incontrovertibile. Gesù la bacia pure sulla bocca.» 
«“Incontrovertibile”?» Eymerich fece una risatina di scherno. «Se aveste letto per intero quell’apocrifo sapreste che si tratta di un Vangelo gnostico, e dunque scritto in chiave simbolica. Nello specifico Maria Maddalena rappresenta l’amore spirituale e la purificazione, dunque il contrario di ciò che voi sostenete. Gesù la bacia perché così voleva il rito della gnosi valentiniana.» 
«Uhm, in effetti del Vangelo di Filippo so poco. Conosco meglio il Vangelo apocrifo di Tommaso, perché ne parla il film Stigmate
Il notaio alzò il capo dal suo verbale. «Magister, scusate se oso interrompervi, ma credo che il fondamento dell’accusa sia ormai dimostrato. Tenete inoltre presente che costui, nel suo libro, dice male dell’Opus Dei, tanto cara al pontefice Giovanni Paolo II…»
Eymerich, che passeggiava in su e in giù, si fermò di colpo. «Cosa sarebbe l’Opus Dei? Qualcosa sul modello dei Gesuiti?» Pronunciando l’ultima parola, l’inquisitore non riuscì a reprimere un ghigno sprezzante.
«Sì, se parliamo dei Gesuiti rinascimentali… Indottrinamento dei pargoli di buona famiglia, vocazione per la politica, amicizia con i potenti, sostegno ai peggiori tiranni.»
«E costui…?»
«Se la prende con l’Opus Dei. Direi, se mi è consentito, che ce n’è abbastanza per mandarlo direttamente all’inferno. Procedo?»
Eymerich rifletté per un minuto buono, quindi disse: «No, no… Opus Dei, ma guarda…» Si rivolse a Dan Brown. «Vi lascio libero. Scegliete dove andare, paradiso o inferno che sia. Per me l’importante è che vi togliate dai piedi.»
L’altro si affrettò a obbedire. Rimasto solo con Berjavel, Eymerich ignorò la sua espressione stupita. Si chinò all’orecchio del notaio. «Dite… quel libro, Il codice Da Vinci… non potremmo fare in modo che venda qualche altro milione di copie?»

alla buon’ora… me l’ero perso, come mi son perso: ACQUE OSCURE, un’antologia di racconti di Valerio Evangelisti

E’ in edicola, nel solo mese di giugno, un’antologia di racconti di Valerio Evangelisti, Acque oscure, curata da Alan D. Altieri (pp. 242, € 4,00). E’ il n. 2 della nuova collana EPIX Mondadori.
L’antologia non contiene inediti, bensì testi apparsi su quotidiani o settimanali, in sedi occasionali, solo in rete o non ristampati da tempo. Questo il sommario:

Nove racconti tra brevi e lunghi:

O Gorica tu sei maledetta
Il Grande Fratello
Eymerich contro Dan Brown
Fluidità corporea
Cicci di Scandicci
La sala dei giganti
Eymerich contro Palahniuk
Marte distruggerà la terra
Stanlio & Ollio Terror Detectives

Un romanzo breve:

Gocce nere

Cicci di Scandicci e Marte distruggerà la terra apparvero su Il manifesto con altri titoli: Caccia al cinghiale e Guerre stellari preventiveLa sala dei giganti fu pubblicato quale allegato alla Guida dello studente dell’università di Padova.
Gocce nere, un romanzo scritto per la casa editrice francese Baleine, poi fallita, è stato scaricabile da questo sito finché Mondadori non ne ha acquistato i diritti. Ingloba versioni leggermente modificate di due racconti di Evangelisti molto noti:Sepultura e Il nodo Kappa.

The perfect PHP clean url generator

via: http://cubiq.org/the-perfect-php-clean-url-generator/12

In my hunt for the perfect clean url (smart url, slug, permalink, whatever) generator I’ve always slipped in some exception or bug that made the function a piece of junk. But I recently found an easy solution I hope I could call “definitive”.

Clean url generators are crucial for search engine optimization or just to tidy up the site navigation. They are even more important if you work with international characters, accented vowels /à, è, ì, .../, cedilla /ç/, dieresis /ë/, tilde /ñ/ and so on.

First of all we need to strip all special characters and punctuation away. This is easily accomplished with something like:

function toAscii($str) {
	$clean = preg_replace("/[^a-zA-Z0-9\/_|+ -]/", '', $str);
	$clean = strtolower(trim($clean, '-'));
	$clean = preg_replace("/[\/_|+ -]+/", '-', $clean);
	return $clean;
}

With our toAscii function we can convert a string like “Hi! I’m the title of your page!” to hi-im-the-title-of-your-page. This is nice, but what happens with a title like “A piñata is a paper container filled with candy”?

The result will be a-piata-is-a-paper-container-filled-with-candy, which is not cool. We need to convert all special characters to the closest ascii character equivalent.

There are many ways to do this, maybe the easiest is by using iconv.

setlocale(LC_ALL, 'en_US.UTF8');
function toAscii($str) {
	$clean = iconv('UTF-8', 'ASCII//TRANSLIT', $str);
	$clean = preg_replace("/[^a-zA-Z0-9\/_| -]/", '', $clean);
	$clean = strtolower(trim($clean, '-'));
	$clean = preg_replace("/[\/_| -]+/", '-', $clean);
	return $clean;
}

I always work with UTF-8 but you can obviously use any character encoding recognized by your system. The piñata text is now transliterated into a-pinata-is-a-paper-container-filled-with-candy. Lovable.

If they are not Spanish, users will hardly search your site for the word piñata, they will most likely search for pinata. So you may want to store both versions in your database. You may have a title field with the actual displayed text and a slug field containing its ascii version counterpart.

We can add a delimiter parameter to our function so we can use it to generate both clean urls and slugs (in newspaper editing, a slug is a short name given to an article that is in production, source).

setlocale(LC_ALL, 'en_US.UTF8');
function toAscii($str, $delimiter='-') {
	$clean = iconv('UTF-8', 'ASCII//TRANSLIT', $str);
	$clean = preg_replace("/[^a-zA-Z0-9\/_|+ -]/", '', $clean);
	$clean = strtolower(trim($clean, '-'));
	$clean = preg_replace("/[\/_|+ -]+/", $delimiter, $clean);
	return $clean;
}
// echo toAscii("A piñata is a paper container filled with candy.", ' ');
// returns: a pinata is a paper container filled with candy

There’s one more thing. The string “I’ll be back!” is converted to ill-be-back. This may or may not be an issue depending on your application. If you use the function to generate a searchable slug for example, looking for “ill” would return the famous Terminator quote that probably isn’t what you wanted.

setlocale(LC_ALL, 'en_US.UTF8');
function toAscii($str, $replace=array(), $delimiter='-') {
	if( !empty($replace) ) {
		$str = str_replace((array)$replace, ' ', $str);
	}
	$clean = iconv('UTF-8', 'ASCII//TRANSLIT', $str);
	$clean = preg_replace("/[^a-zA-Z0-9\/_|+ -]/", '', $clean);
	$clean = strtolower(trim($clean, '-'));
	$clean = preg_replace("/[\/_|+ -]+/", $delimiter, $clean);
	return $clean;
}

You can now pass custom delimiters to the function. Calling toAscii("I'll be back!", "'") you’ll get i-ll-be-back. Also note that the apostrophe is replaced before the string is converted to ascii as character encoding conversion may lead to weird results, for example é is converted to 'e, so the apostrophe needs to be parsed before the string is mangled by iconv.

The function seems now complete. Lets stress test it.

echo toAscii("Mess'd up --text-- just (to) stress /test/ ?our! `little` \\clean\\ url fun.ction!?-->");
returns: messd-up-text-just-to-stress-test-our-little-clean-url-function
echo toAscii("Perché l'erba è verde?", "'"); // Italian
returns: perche-l-erba-e-verde
echo toAscii("Peux-tu m'aider s'il te plaît?", "'"); // French
returns: peux-tu-m-aider-s-il-te-plait
echo toAscii("Tänk efter nu – förr'n vi föser dig bort"); // Swedish
returns: tank-efter-nu-forrn-vi-foser-dig-bort
echo toAscii("ÀÁÂÃÄÅÆÇÈÉÊËÌÍÎÏÐÑÒÓÔÕÖÙÚÛÜÝßàáâãäåæçèéêëìíîïðñòóôõöùúûüýÿ");
returns: aaaaaaaeceeeeiiiidnooooouuuuyssaaaaaaaeceeeeiiiidnooooouuuuyy
echo toAscii("Custom`delimiter*example", array('*', '`'));
returns: custom-delimiter-example
echo toAscii("My+Last_Crazy|delimiter/example", '', ' ');
returns: my last crazy delimiter example

I’m sure we are far from perfection and probably some php/regex guru will soon bury me under my ignorance suggesting an über-simple alternative to my function. What do you thing?

voce del verbo dismagare

tn_reflection.jpg

To be, or not to be: that is the question:
Whether ’tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them? To die: to sleep;
No more; and by a sleep to say we end
The heart-ache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to, ’tis a consummation
Devoutly to be wish’d. To die, to sleep;
To sleep: perchance to dream: ay, there’s the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil,
Must give us pause: there’s the respect
That makes calamity of so long life;
For who would bear the whips and scorns of time,
The oppressor’s wrong, the proud man’s contumely,
The pangs of despised love, the law’s delay,
The insolence of office and the spurns
That patient merit of the unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscover’d country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all;
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o’er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pith and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.–Soft you now!
The fair Ophelia! Nymph, in thy orisons
Be all my sins remember’d.
Essere, o non essere…
questo è il nodo: se sia più nobil animo
sopportar le fiondate e le frecciate
d’una sorte oltraggiosa,
o armarsi contro un mare di sciagure,
e contrastandole finir con esse.
Morire… addormentarsi: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine
alle doglie del cuore e ai mille mali
che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione
che dovremmo augurarci a mani giunte.
Morir… dormire, e poi sognare, forse…
Già, ma qui si dismaga l’intelletto:
perché dentro quel sonno della morte
quali sogni ci possono venire,
quando ci fossimo scrollati via
da questo nostro fastidioso involucro?
Ecco il pensiero che deve arrestarci.
Ecco il dubbio che fa così longevo
il nostro vivere in tal miseria.
Se no, chi s’indurrebbe a sopportare
le frustate e i malanni della vita,
le angherie dei tiranni,
il borioso linguaggio dei superbi,
le pene dell’amore disprezzato,
le remore nell’applicar le leggi,
l’arroganza dei pubblici poteri,
gli oltraggi fatti dagli immeritevoli
al merito paziente,
quand’uno, di sua mano, d’un solo colpo
potrebbe firmar subito alla vita
la quietanza, sul filo d’un pugnale?
E chi vorrebbe trascinarsi dietro
questi fardelli, e gemere e sudare
sotto il peso d’un’esistenza grama,
se il timore di un “che” dopo la morte
– quella regione oscura, inesplorata,
dai cui confini non v’è viaggiatore
che ritorni – non intrigasse tanto
la volontà, da indurci a sopportare
quei mali che già abbiamo,
piuttosto che a volar, nell’aldilà,
incontro ad altri mali sconosciuti?
Ed è così che la nostra coscienza
ci fa vili; è così che si scolora
al pallido riflesso del pensiero
il nativo colore del coraggio,
ed alte imprese e di grande momento,
a cagione di questo, si disviano
e perdono anche il nome dell’azione.
(Vede Ofelia)
Ma zitto, adesso!… La leggiadra Ofelia!
Ninfa, nelle tue preci
rammemoràti siano i miei peccati.

Shakespeare, Amleto – atto III, scena I

distruzione a mantova

mantova
da sinistra a destra: l’interprete, neil gaiman, la mia sorellina delirio, io e sogno posterizzato a mo’ di sfondo.. un grazie grande come una casa al team di www.neilgaimania.it per la foto.

[…] Sogno fa parte della famiglia degli Eterni, composta da diversi fratelli e sorelle. In un probabile ordine di apparizione cronologica essi sono: Destino (Destiny), nato appena prima che il primo essere vivente venisse al mondo, in quanto il destino di un uomo è già scritto prima che egli nasca; alla comparsa del primo essere vivente nasce anche Morte (Death). L’uomo appena nato inizia a sognare, ed ecco Sogno (Dream), ma il sogno provoca cambiamento, per cui Distruzione (Destruction) di ciò che era prima, che si manifesta in Desiderio (Desire), e quindi Disperazione (Despair) per non poter avere la cosa voluta, ed infine Delirio (Delirium), che una volta era Delizia, o Piacere. Desiderio e Disperazione sono gemelle.
È interessante notare il rapporto fra Distruzione e Delizia/Delirio. La distruzione è il prodotto del cambiamento, che ha portato Delizia attraverso la distruzione della sua vecchia identità e nella creazione di una nuova, Delirio appunto. Distruzione inoltre, come viene narrato nel fumetto, prova a diventare un’artista. Nonostante la sua arte sia imperfetta, egli è rinvigorito dalla libertà di creare un po’ proprio come Gaiman.. […]