shitbox!

shitbox-homepage
se sta nascendo un “piccolo giacomo” inatteso… (il -ehm- logo si chiama appunto ‘Little Jack’)
strano che la Littizzetto non l’abbia ancora notato.. o se l’ha fatto non me ne sono accorto! beh appena, se, la vedrò a che tempo che fa che ne parlerà, sarò proprio curioso di vedere la faccia di Fazio! sempre che non abbia già trattato l’argomento..

Shit Box is a lightweight portable cardboard toilet, made specifically for outdoor use. The box pops up from a convenient 14 inch flat pack to a rigid, reusable, comfortable toilet. Each box comes with ten degradable poo bags.

via: http://www.thebrowncorporation.com/

bene.. e ora che ora google ha associato le parole cacca, pupù, merda e shit a luciana littizzetto, fabio fazio e che tempo che fa, dovrei un numero sporpositato di visite, no? e chi credesse di aver trovato l’abbinamento littizzetto-merda o fazio-merda, beh si sbaglia! lucianina cara e fabio caro, ve vojo ben, siete dei grandi!

PS: a chi portei inviare questa sottospecie di “articolo”? a pusatilla!! siiiiiiiiiiiiii

Nuevo albume

mace

Idea ripresa liberamente dai blog di evaristo e uollano

Instructions:
1 – Go to Wikipedia Random article:
http://en.wikipedia.org/wiki/Special:Random
The first random Wikipedia article you get is the name of your band.
2 – Go to Random quotations:
http://www.quotationspage.com/random.php3
The last four words of the very last quote of the page is the title of your first album.
3 – Go to flickr’s “explore the last seven days”:
http://www.flickr.com/explore/interesting/7days/
Third picture, no matter what it is, will be your album cover.

Put it all together, that’s your first album.
Istruzioni:
1 – Aprire Wikipedia, Una voce a caso:
Special:Random (Una voce a caso)
Il lemma che ne verrà fuori è il nome della vostra band.
2 – Aprire una pagina di citazioni a caso
http://www.quotationspage.com/random.php3
Le ultime quattro parole dell’ultima citazione formano il titolo del vostro nuovo disco
3 – Aprire Flickr alla pagina “Ultimi 7 giorni”:
http://www.flickr.com/explore/interesting/7days
La terza immagine in assoluto, sarà la copertina del disco.

Mettile assieme e buon divertimento!

band: Macé
album: Has been there before me.
copertina: www.flickr.com/photos/aabbas/2262093742/

beh a pensarci bene il nome del gruppo è “Crolla un Nonno”, ma in effetti dobbiamo ancora fare un album!

voce del verbo dismagare

tn_reflection.jpg

To be, or not to be: that is the question:
Whether ’tis nobler in the mind to suffer
The slings and arrows of outrageous fortune,
Or to take arms against a sea of troubles,
And by opposing end them? To die: to sleep;
No more; and by a sleep to say we end
The heart-ache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to, ’tis a consummation
Devoutly to be wish’d. To die, to sleep;
To sleep: perchance to dream: ay, there’s the rub;
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil,
Must give us pause: there’s the respect
That makes calamity of so long life;
For who would bear the whips and scorns of time,
The oppressor’s wrong, the proud man’s contumely,
The pangs of despised love, the law’s delay,
The insolence of office and the spurns
That patient merit of the unworthy takes,
When he himself might his quietus make
With a bare bodkin? who would fardels bear,
To grunt and sweat under a weary life,
But that the dread of something after death,
The undiscover’d country from whose bourn
No traveller returns, puzzles the will
And makes us rather bear those ills we have
Than fly to others that we know not of?
Thus conscience does make cowards of us all;
And thus the native hue of resolution
Is sicklied o’er with the pale cast of thought,
And enterprises of great pith and moment
With this regard their currents turn awry,
And lose the name of action.–Soft you now!
The fair Ophelia! Nymph, in thy orisons
Be all my sins remember’d.
Essere, o non essere…
questo è il nodo: se sia più nobil animo
sopportar le fiondate e le frecciate
d’una sorte oltraggiosa,
o armarsi contro un mare di sciagure,
e contrastandole finir con esse.
Morire… addormentarsi: nulla più.
E con un sonno dirsi di por fine
alle doglie del cuore e ai mille mali
che da natura eredita la carne.
Questa è la conclusione
che dovremmo augurarci a mani giunte.
Morir… dormire, e poi sognare, forse…
Già, ma qui si dismaga l’intelletto:
perché dentro quel sonno della morte
quali sogni ci possono venire,
quando ci fossimo scrollati via
da questo nostro fastidioso involucro?
Ecco il pensiero che deve arrestarci.
Ecco il dubbio che fa così longevo
il nostro vivere in tal miseria.
Se no, chi s’indurrebbe a sopportare
le frustate e i malanni della vita,
le angherie dei tiranni,
il borioso linguaggio dei superbi,
le pene dell’amore disprezzato,
le remore nell’applicar le leggi,
l’arroganza dei pubblici poteri,
gli oltraggi fatti dagli immeritevoli
al merito paziente,
quand’uno, di sua mano, d’un solo colpo
potrebbe firmar subito alla vita
la quietanza, sul filo d’un pugnale?
E chi vorrebbe trascinarsi dietro
questi fardelli, e gemere e sudare
sotto il peso d’un’esistenza grama,
se il timore di un “che” dopo la morte
– quella regione oscura, inesplorata,
dai cui confini non v’è viaggiatore
che ritorni – non intrigasse tanto
la volontà, da indurci a sopportare
quei mali che già abbiamo,
piuttosto che a volar, nell’aldilà,
incontro ad altri mali sconosciuti?
Ed è così che la nostra coscienza
ci fa vili; è così che si scolora
al pallido riflesso del pensiero
il nativo colore del coraggio,
ed alte imprese e di grande momento,
a cagione di questo, si disviano
e perdono anche il nome dell’azione.
(Vede Ofelia)
Ma zitto, adesso!… La leggiadra Ofelia!
Ninfa, nelle tue preci
rammemoràti siano i miei peccati.

Shakespeare, Amleto – atto III, scena I

va£or€ della cultura

[…] Ero di umore nerissimo. Umore che non migliorò affatto quando uno dei due uomini, nel prendere i soldi, chiese innocentemente: – Scusi, signore, cosa significa mac… machiavellico?
– È un temine spagnolo che sta per impicciati degli affari tuoi – risposi seccato. Sulla navetta mi domandai quanto ricco sarei dovuto diventare per comprare un po’ di privacy.

Frederik Pohl – Cyril Michael Kornbluth, I mercanti dello spazio